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Geschichte und Region/Storia e regione 32/2 (2023) -

Geschichte und Region/Storia e regione 32/2 (2023) (eBook)

30 Jahre schwarz auf weiß/Trent'anni nero su bianco

Geschichte und Region (Herausgeber)

eBook Download: EPUB
2024 | 1. Auflage
200 Seiten
StudienVerlag
9783706564106 (ISBN)
Systemvoraussetzungen
24,99 inkl. MwSt
(CHF 24,40)
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Dieses Heft nimmt in mehrfacher Weise Bezug auf das 30-jährige Jubiläum der Zeitschrift Geschichte und Region/Storia e regione, das im August 2022 gefeiert wurde. Es greift Denkanstöße aus den Gesprächen, die im Rahmen des 30-Jahr-Festes geführt wurden, auf. Es versammelt auch Texte, die zwar nicht mit den Feierlichkeiten in direktem Zusammenhang stehen, aber als sinnbildlicher Ausdruck für die Entwicklungslinien der Zeitschrift in den vergangenen dreißig Jahren gelesen werden können. Anders als die bisherigen Hefte von Geschichte und Region/Storia e regione beinhaltet das vorliegende keinen monografischen Themenschwerpunkt, veröffentlicht aber drei freie Aufsätze, die unabhängig zueinanderstehen: Sie untersuchen die Postgeschichte von Rovereto, den Zusammenhang von Migration und demografische Entwicklung auf der Hochebene von Tesino sowie umwelthistorische Ansätze für die Geschichte der vorindustriellen zentraleuropäischen Stadt. Das Heft bietet weiters ein ausgesprochen umfangreiches Forum, das sich in drei Teile gliedert: Der erkundet mögliche Interaktionsfelder zwischen den Postcolonial Studies und der Regionalgeschichte. Eine Standortbestimmung der Zeitschrift nehmen im zweiten Forumsteil zwei Vertreter der Gründergeneration vor im Interview mit zwei Vertretern der jüngeren Generation. Zwei weitere thematisch ungebundene Beiträge runden im dritten Teil das Forum dieses Heftes ab.

Seit über 30 Jahren stellt die Zeitschrift 'Geschichte und Region/Storia e regione' einen kritischen und originellen Orientierungs- und Bezugspunkt in der regionalgeschichtlichen Literatur Tirols dar. Mit ihrer thematisch breiten, interdisziplinären Ausrichtung und methodisch innovativen Ansätzen ist sie eine etablierte Alternative und Ergänzung zur klassischen Landesgeschichte. Eine Besonderheit ist die Zweisprachigkeit der Zeitschrift (deutsch-italienisch), die sich als Kontaktstelle und Scharnier zwischen der italienischen und österreichisch-deutschen Forschungslandschaft begreift. Mit einem neuen, erweiterten Konzept versteht sich die Zeitschrift verstärkt als Forum für vergleichende Regionalgeschichte des mittleren Alpenraumes und versucht, das oft geforderte Desiderat eines Vergleichs neuer regionalgeschichtlicher Studien ein Stück weit umzusetzen.

Seit über 30 Jahren stellt die Zeitschrift "Geschichte und Region/Storia e regione" einen kritischen und originellen Orientierungs- und Bezugspunkt in der regionalgeschichtlichen Literatur Tirols dar. Mit ihrer thematisch breiten, interdisziplinären Ausrichtung und methodisch innovativen Ansätzen ist sie eine etablierte Alternative und Ergänzung zur klassischen Landesgeschichte. Eine Besonderheit ist die Zweisprachigkeit der Zeitschrift (deutsch-italienisch), die sich als Kontaktstelle und Scharnier zwischen der italienischen und österreichisch-deutschen Forschungslandschaft begreift. Mit einem neuen, erweiterten Konzept versteht sich die Zeitschrift verstärkt als Forum für vergleichende Regionalgeschichte des mittleren Alpenraumes und versucht, das oft geforderte Desiderat eines Vergleichs neuer regionalgeschichtlicher Studien ein Stück weit umzusetzen.

Aufsätze/Contributi


“Montagne terribilissime”


Migrazioni e demografia nella valle di Tesino in epoca moderna (secoli XVII–XVIII)


Niccolò Caramel

Abstract


“Terrible Mountains”. Migration and Demography in the Tesino Valley in the Early Modern Period (17th–18th centuries)

This paper focuses on Tesino, a valley in the alpine region of Trentino affected by a high rate of migration in the early modern era, mainly related to the itinerant trade in Europe of flintstones and prints. Impulses for these migration movements were limited natural resources and precarious economic conditions, as well as the concrete prospects for earnings from foreign trade. During the eighteenth century, however, the peddlers became heavily indebted to the printmakers from whom they purchased prints, which caused a marked deterioration in their general circumstances. The result was, on the one hand, an increase in mortality and, on the other hand, an increase in the number of people engaged in itinerant trade, because they were forced to try and restore family finances. Consequently, the demographic variables in Tesino did not play a pivotal role in migration patterns, but the activities undertaken during migration certainly did have a strong impact on local demographics.

Nel suo celebre La Méditerranée et le monde méditerranéen au temps de Philippe II (1949), Fernand Braudel sosteneva che la montagna, a causa della sua posizione periferica rispetto alle grandi correnti della civilizzazione, era contraddistinta da una peculiarità: non avere una storia propria.1 Nonostante la successiva proliferazione di studi sul mondo alpino in prospettiva storica sia la prova tangibile del definitivo superamento della dichiarazione dello storico francese,2 per un lungo periodo la storiografia, ispirata dai princìpi espressi da Braudel, ha descritto le regioni alpine come totalmente dominate dall’arretratezza, dall’emarginazione e dalla chiusura e ha individuato le cause principali delle migrazioni alpine nella pressione demografica e nella congenita povertà derivante dallo squilibrio tra popolazione e risorse locali.3 A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso questo approccio è stato opera di riletture e revisioni volte a sradicare alcuni postulati fortemente consolidati riguardo molte caratteristiche attribuite alle società alpine, che confluirono in una reinterpretazione delle dinamiche migratorie strutturali.4 Nonostante la carenza di risorse locali sia rimasta una delle spiegazioni principali impiegate per decifrare le cause delle migrazioni nell’arco alpino,5 il solo pauperismo non era più ritenuto sufficiente per esprimere in maniera soddisfacente la complessità di molteplici realtà dalle varie e articolate sfaccettature.6

Ritorna utile ai fini dell’indagine esposta nel presente articolo ricordare la grande stagione di studi sulla storia alpina collocabile tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, una stagione dalla quale prese forma un modello di analisi delle migrazioni, il cosiddetto “modello alpino”, che è stato impiegato per illustrare i fenomeni migratori senza limitarsi alle categorie spazio-temporali e non cercando spiegazioni mono-causali.7 Emergono in questo periodo gli studi demografici di Pier Paolo Viazzo, volti a provare che l’emigrazione alpina non è stata originata dalla presunta espulsione di un’eccedenza demografica che aveva lo scopo di colmare il divario tra risorse e popolazione.8 A partire dalle intuizioni di Viazzo, in molte indagini si iniziò a interpretare le migrazioni non più come l’effetto di costrizioni ambientali e sovrappopolamento, ma come il frutto di strategie familiari o comunitarie, quindi di decisioni ponderate e, secondo i canoni dell’economia dell’epoca, razionali.9

Le proposte teoriche e metodologiche sviluppate negli ultimi decenni con le ricerche rivolte allo spazio alpino e i recenti studi sul commercio, sui consumi e sull’integrazione tra montagna e pianura hanno influenzato anche le indagini indirizzate verso il mondo rurale trentino-tirolese, al quale è stato dedicato un rinnovato interesse.10 Nel presente lavoro si è preso come caso studio il Tesino, una vallata trentina che a partire dal Seicento è stata caratterizzata da una forte mobilità maschile che ruotava attorno al commercio ambulante in Europa di due prodotti: pietre focaie e stampe. Mentre le pietre focaie venivano estratte nelle montagne del territorio e lavorate localmente, i prodotti editoriali venivano acquistati a credito da stampatori e librai della pianura veneta, principalmente dai Remondini di Bassano, una delle stamperie e case editrici più grandi d’Europa.11 Inoltre, come in altre aree montane, anche nel Tesino era comune una migrazione di tipo stagionale correlata alla pratica della transumanza e alla ricerca di opportunità lavorative nei centri urbani di pianura.

Le emigrazioni povere, marginali e professionalmente non caratterizzate spesso lasciano poche tracce documentarie, costringendo gli storici che si dedicano a queste tematiche a rivolgersi verso fonti di diversa natura e, soventemente, a esaminarle in maniera sistematica per riuscire a ricavare dei dati utili. Per l’indagine storica condotta per il presente lavoro hanno rivestito una particolare rilevanza i libri dei nati e dei morti delle tre comunità tesine e circa 4000 atti notarili relativi ai rapporti commerciali instaurati dagli ambulanti con gli stampatori.12 L’articolo si pone due obiettivi principali. Da una parte, delineare il contesto economico del Tesino in epoca moderna, al fine di individuare le ragioni che hanno determinato l’alto tasso di migrazione registrato nel territorio. Dall’altra, comprendere il peso rivestito dalle migrazioni e dal mercato intrattenuto tra gli ambulanti e gli stampatori all’interno dell’economia e delle società locali e nelle dinamiche demografiche tra Sei e Settecento.

Origine e caratteristiche delle migrazioni


L’altopiano del Tesino, formato dai tre paesi di Pieve, Castello e Cinte e ubicato a un’altitudine media di 900 metri s.l.m., si trova nella Valsugana, una valle che collegava la Repubblica di Venezia ai territori imperiali. In epoca moderna la zona era sottoposta alla giurisdizione di Castel Ivano, uno dei distretti territoriali che componevano la Contea principesca del Tirolo.13 La complessità orografica del territorio, i sistemi di relazione con le aree confinanti e l’evolversi dei flussi di mercato influenzarono per secoli i modi e le tipologie delle attività silvo-pastorali.14 Come in altri insediamenti montani posti a un’altezza simile, la scarsa produttività del suolo determinò, per tutta l’epoca moderna, una prevalenza delle attività legate al settore pastorale (soprattutto ovino), attività che assumevano una rilevanza fondamentale per la formazione del reddito delle popolazioni.15 Un manoscritto settecentesco conservato nell’Archivio dei Baroni Ceschi di Borgo Valsugana parla di novantamila pecore in Tesino verso la metà del Cinquecento.16 Come attesta il notaio di Cinte Giovanni Battista Mezzanotte nel 1750, due secoli più tardi il numero era notevolmente diminuito, ma ancora rilevante: “le pecore, che sono nella sudetta loro valle di Tesino ordinariamente un’anno con un l’altro computato, poco più poco meno sono venti milla, dico: 20000”.17 La preminenza dell’allevamento ovino non era giustificata solamente dalla natura di un pascolo montano adatto principalmente a questo tipo di sfruttamento, ma anche perché si trattava di un’attività che presupponeva un investimento relativo decisamente minore e un’organizzazione di esercizio più semplificata rispetto ad altre tipologie di pascolo.

Per integrare un’economia locale che da sola non era sufficiente a soddisfare i bisogni elementari, i tesini godevano, al pari di altri sudditi austriaci che versavano in condizioni simili, di alcuni privilegi rilasciati dal governo dell’Austria Superiore.18 In generale, queste manovre venivano concesse dal governo austriaco per contribuire alla sussistenza della regione, la quale – come emerge dalla seguente testimonianza risalente agli anni Trenta del Settecento – era costretta ad approvvigionarsi di derrate dalla pianura veneta per colmare la carenza di molti beni primari:

“Una instantia, quod comunitates Tesini et Grigni situatae inter sterilia, et Alpium Juga inter perpetuas vere nives, et flumina careant vino omnino et coguntur ex Feltria, Vicentia, et Bassano providere et habent prominimo praetio, quibus indigentiis occurreunt Privilegia obtenta praecipue a Serenissimo Ferdinando 1567. et confirmantur omnia Jura, Im[m]unitates, Exemptiones, Consuetudines, successive confirmatae ab August[issi] mis Imperatoribus et ultimo a S. E. Majestate Carolo, ubi praeconizatur etiam eorumdes heroicus opus armata manu un obsidione Tridentina 1703. ultra eorum merita in ultimo bello 1735.”19

I privilegi di cui godevano i tesini risalivano al XV secolo e necessitavano di essere periodicamente riconfermati dagli “arciduchi ed imperadori dell’augustissima casa d’Austria” per mantenere la loro validità. Per tale motivo, le comunità erano chiamate a eleggere dei portavoce ai quali affidare il compito di...

Erscheint lt. Verlag 29.3.2024
Reihe/Serie Geschichte und Region/Storia et regione
Verlagsort Innsbruck
Sprache deutsch
Themenwelt Geisteswissenschaften Geschichte Regional- / Ländergeschichte
Schlagworte Demografie • Globalität • Jubiläum • Kolonialgeschichte • Migration • Post • Tesinotal • Umweltgeschichte • vorindustrielle Stadt
ISBN-13 9783706564106 / 9783706564106
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